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giovedì 23 settembre 2010

TUTTI INSIEME PER IL BENE DELLA ROMA




di Nicolò Ballarin

Ci risiamo. A poco più di un mese dall'inizio della stagione, rieccoci alle solite storie: crisi, dimissioni pronosticate, giocatori improvvisamente finiti, critiche da nord a sud della penisola, ma soprattutto forti accuse dal cuore della tifoseria romana, stanca, dopo appena quattro turni di campionato, di sostenere una squadra che di ambizioni nel corso dell'estate ne aveva presentate molte e che invece ha dimostrato tutto il contrario in questi giorni grigi di settembre.
In agosto si parlava di scudetto, di riprendere l'infinita battaglia all'Internazionale al più presto, di rancori ancora forti da risanare per l'andamento della passata stagione e invece dopo appena venti giorni dall'inizio del campionato eccoci qui a parlare di un fallimento già annunciato; un fallimento che molti " esperti " addetti ai lavori avevano, come sempre, pronosticato grazie alla loro palla magica di vetro.
Giocatori svogliati senza ambizioni, tecnico e società sotto pressione per un inizio di stagione che di amaro in bocca ne ha lasciato già tanto, tifosi scontenti, da un lato per l' introduzione della famigerata " Tessera del Tifoso " che sta stravolgendo il mondo del tifo, dall'altro per le incombenti voci riguardanti il futuro societario che a quanto pare di fastidio ne stanno dando, e anche tanto.
Russi, americani, libici, cinesi, tedeschi, arabi, si parla di questo nei bar della capitale ormai; si lascia in disparte quello che invece dovrebbe essere l'argomento trainante delle tante e spesso inutili chiacchere da salotto: il bene della Roma.
E' vero, oggi la situazione che si vive dentro i cancelli di Trigoria ai nostri occhi non appare delle più nitide, ma è anche vero che, in un paese dove tutti si sentono allenatori e non lo sono, il vero tecnico è uno, che ci ha fatto sognare e gustare, anche se per pochi minuti, il sapore della parola scudetto, e si chiama Claudio Ranieri. Il tecnico di San Saba sta accusando le forti pressioni della piazza, le sciocche provocazioni dei cronisti locali, e forse il destino di una società in mano alle banche non sta aiutando l'inizio del suo secondo anno da allenatore giallorosso.

Lasciamo lavorare il nostro Claudio Martello, permettiamogli di riprendersi un ambiente che al primo impatto si era già innamorato di lui e per lui stravedeva in ogni sua sfaccettatura; il mister sà la sua, sà come si può uscire da un momento così delicato e soprattutto ha capito di cosa hanno veramente bisogno i suoi tifosi: vincere sempre e comunque, mantenere un alto profilo per tutto il corso della lunga stagione.
Non si aiuta Ranieri con delle sciocche domande nel pre e nel post partita; il mister, a quanto pare, ha bisogno di ancora un pò di tempo per plasmare questa "sua" nuova Roma e per tornare a far sorridere il suo pubblico, fonte d' ispirazione più volte nelle sue splendide conferenze stampa.

Improvvisamente tutto quello che di bello si era venuto a creare nel corso della passata stagione è sparito come una bolla di sapone: Totti non è più un campione, Mexes(per quanto giuste le note di demerito di questo inizio) non è da Roma, Julio Sergio, artefice di miracoli il passato anno, un brocco messo lì senza motivazione. Beh, tutto questo non è il bene della Roma, tutto questo si chiama gettare fango su una di quelle che per molti si chiama "passione"; ora è il momento di fare quadrato, di capire che la Roma è un bene comune di tutti, è gioia e dolore allo stesso tempo, è la voglia di dire sono "romano e romanista" e di poterlo gridare a gran voce come fanno i nostri condottieri Totti e De Rossi.

Pensare positivo deve essere all' ordine del giorno, voltare pagina un imperativo dal quale ripartire; solo così potremo rigustare il sapore della vittoria, della battaglia alle potenze calcistiche del nord d' Italia e soprattutto l' esser fieri di sostenere una delle squadre più forti dl Vecchio Continente.

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