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domenica 27 giugno 2010

Goodbye Capello, ai quarti va la Germania




di Jacopo Fontanelli


La partita che non ti aspetti. Una Germania devastante, fresca e brillante coi suoi giovani e naturalizzati talenti, e un'Inghilterra imbarazzante a cui sono tremate le gambe dal primo al novantesimo minuto. La nemesi storica si è consumata dopo 44 anni. Rewind. Era il 30 Luglio del 1966, quando a Wembley davanti a quasi centomila spettatori si giocava la finale del mondiale inglese. Inghilterra contro Germania: 4-2 il risultato finale per i padroni di casa, con un gol decisivo di Geoff Hurst al 10' del primo tempo supplementare. Il pallone però, ha avuto il demerito non sottolineato dal guardalinee russo Bakhramov, di non aver superato interamente la linea di porta. Inghilterra dunque campione con un gol irregolare, e Germania che ha dovuto subire l'onta di vedersi scippata di una coppa meritata. Oggi, 27 giugno 2010, la storia ha scritto la sua vendetta; sul punteggio di 2-1 per i tedeschi, Lampard supera Neuer con un pallonetto delizioso che rimbalza almeno un metro oltre la linea di porta. Esulta Capello, esultano i giocatori, ma né il guardalinee né l'arbitro corrono verso il centrocampo segnalando il gol. Si va al riposo sul punteggio di 2-1.

Al rientro dagli spogliatoi l'Inghilterra sembra esser entrata meglio in campo e sfiora due volte il pareggio con una traversa su punizione di Lampard, e un tiro di Milner che sarebbe finito in rete se non avesse sbattuto sulla schiena di Boateng. A metà ripresa due clamorose disattenzioni di Barry, avviano due contropiedi tedeschi perfettamente conclusi in rete dal talento del Bayern Monaco Muller. Finisce 4-1, con gli inglesi che dopo esser stati accreditati come grandi favoriti escono dal mondiale per l'ennesima volta a testa bassa.

La Germania continua a stupire e diventa adesso una validissima candidata alla vittoria finale; continua a stupire soprattutto vedere la lista dei convocati di Loew: giocatori giovani (Boateng, Neuer e Ozil su tutti), di talento, e spesso naturalizzati. Se prima si leggevano nomi come Jurgen, Lothar, Andreas, Gerd e Karl Heinz, adesso si trovano Samir, Serdar, Mezut, Miroslaw. La dimostrazione migliore che là dove non ci sono polemiche interne su chi tifa contro e chi non canta l'inno, e là dove non ci si scandalizza per la presenza o meno di oriundi, si ottengono anche dei risultati migliori.

Infine, è assolutamente inconcepibile come nel 2010 non si riesca a trovare un modo per garantire una, se non assoluta, quantomeno migliore, regolarità alle partite di calcio. Dal tennis al basket passando per il rugby, tutti gli sport si sono dotati della moviola in campo per aiutare gli arbitri a prendere le decisioni migliori. Solo Platinì e Blatter da questo orecchio sembrano non volerci sentire.

venerdì 25 giugno 2010

Gianni Rivera a RomaCaffè



Questa mattina è intervenuto Gianni Rivera ai microfoni di RomaCaffè, trasmissione radiofonica in onda su Radio Power Station.




Buongiorno Rivera, volevamo da lei un commento tecnico sulla partita di ieri della nostra Nazionale

Siamo mancati nella parte dove dovevamo essere migliori, tecnicamente siamo migliori ma la condizione atletica non era adeguata. Nella partita contro il Paraguay sembrava che atleticamente e fisicamente stavamo bene, ma purtroppo la prestazione di ieri ha dimostrato che non era così.




Lippi ha scelto il Sestriere come sede del ritiro per prepararsi al meglio. E' stata una scelta sbagliata?

Lippi voleva avere la squadra in forma per gli ottavi dove però non siamo arrivati; la sconfitta di ieri purtroppo viste le premesse non è stata inaspettata.




Di Natale nel campionato italiano ha fatto 29 gol. In Nazionale non riesce ad esprimersi come nell' Udinese

In un Mondiale c' è una tensione diversa, la pressiona è maggiore perchè in competizione come questa hai gli occhi di tutto il Mondo che ti guardano. Le situazioni in Nazionale sono diverse rispetto a quelle dei club; Di Natale nell' Udinese non ha pressioni perchè la squadra gira intorno a lui, in Nazionale ha molte più pressioni.




Pensa che l' Italia possa aver sottovalutato l' avversario?

Non credo abbia sottovalutato l' impegno; negli ultimi anni il gap tra le squadre si è assottigliato, se non si ha una buona preparazione fisica si rischiano figuracce.




Si è verificata una figuraccia che molti pronosticavano.

Purtroppo ripetersi è difficile; già nel 2006 siamo stati fortunati; il valore di questa squadra è una via di mezzo tra il 2006 e il 2010; i ragazzi hanno quattro anni di più e ieri si è visto: siamo riusciti a essere pericolosi solo quando la Slovacchia è calata fisicmente.




L' assenza di Pirlo si è fatta sentire nelle prime partite e nel primo tempo di ieri?

Giocatori come Pirlo sono difficili da trovare e sostituire uno come Pirlo è quasi impossibile




Finita l' era Lippi da dove dobbiamo ripartire?

Prandelli partendo da zero puo solo migliorare ma servono giocatori adatti e che si impegnino per la causa azzurra.




Su quale giocatore bisogna puntare? Cassano e Balotelli?

Bisogna vedere se sono in grado di stare nello spogliatoio. Cassano si è appena sposato potrebbe aver messo la testa apposto. Balotelli gioca poco nell' Inter è difficile che trovi spazio in Nazionale.




Quagliarella poteva essere impiegato anche nelle partite contro Uruguay e Nuova Zelanda?

Si vince e si perde insieme, non è un giocatore a fare la differenza.




Di chi sono le colpe di questa disfatta?

Le percentuali sono da dividere tra tutti: dalla federazione all allenatore, fino al cuoco.




Per chi farà il tifo Gianni Rivera ora che l ' Italia è stata eliminata?

Il Brasile mi piace molto ed è una squadra che mi è simpatica




Cosa pensa dell' Argentina?

Gli avversari possono stare tranquilli perchè Maradona non gioca anche se Messi gli assomigli molto però non è ancora ai suoi livelli anche se al momento è il giocatore più forte di questo mondiale.



Redazione RomaCaffè


giovedì 24 giugno 2010

Percossi e attoniti!



di Jacopo Fontanelli

E’ finito il mondiale dell’Italia. E’ finito come tutti, tranne Lippi, si sarebbero aspettati. L’allenatore azzurro aveva consigliato ai giornalisti di cambiare mestiere se non avessero indovinato la formazione: ora forse saranno i giornalisti a consigliare la stessa cosa all’ormai ex ct viareggino. Mai nella storia dei mondiali l’Italia aveva fatto solo due punti nel girone, e ci è riuscita contro squadre che definire abbordabili è un eufemismo. E’ vero non servono Cassano, Totti, Balotelli per battere la Nuova Zelanda e la Slovacchia; bastano anche giocatori come Borriello, Balzaretti e Perrotta, anche loro rimasti a casa a vantaggio di chi in queste tre partite non è riuscito a fare un cross, una diagonale o anche un semplice tiro in porta.


La Slovacchia passa subito in vantaggio al 25’ con Vittek che sfrutta un pallone recuperato sulla trequarti dopo un appoggio sbagliato di De Rossi. La reazione non c’è, anzi sono i giocatori di Weiss a sfiorare il raddoppio in più di una occasione, prima con Strba e sul finire di primo tempo con un tiro al volo di Kucka che sfiora il palo della porta difesa da Marchetti.
Al rientro dagli spogliatoi subito due cambi per gli azzurri: Maggio per Criscito e Quagliarella per Gattuso. Segno che in fondo, anche Lippi, tanto sicuro del modulo e dei giocatori non fosse. L’Italia non tira mai in porta, non va mai sul fondo e non crea mai pericoli; subisce anzi al 73’ il raddoppio slovacco sempre ad opera di Vittek (ora capocannoniere del mondiale) che insacco su un cross basso di Hamsik.

L’Italia è fuori dal mondiale, ma si ritrova inaspettatamente in corsa per la qualificazione grazie al gol di Antonio Di Natale, dopo un bel fraseggio tra Quagliarella e Iaquinta. Gli sforzi per trovare il pari che garantirebbe l’accesso agli ottavi si concretizzano nel gol dello stesso Quagliarella annullato però per una dubbia posizione di fuorigioco. Al 90’ le speranze si spengono sul 3-1 di Kopunek che prende d’infilata una distratta retroguardia azzurra. A nulla serve, nemmeno a salvare la dignità e l’orgolio, il pregevolissimo pallonetto di Quagliarella che,a tempo ormai scaduto, porta l’Italia sul 3-2 finale.
Non ci sono scuse a salvare questa Italia. Si torna a casa a testa bassa; l’era Lippi si chiude nel peggiore dei modi. Percossi e attoniti

Marchetti 5,5: non sembra colpevole su tre gol, ma forse con un po’ più di attenzione almeno uno avrebbe potuto evitarlo
Criscito 5: aveva cominciato bene il suo mondiale, l’ha finito rimanendo negli spogliatoi all’intervallo. Distratto e impreciso
Cannavaro 4,5: si perde Kopunek nel terzo gol, prende un giallo e ne rischia un altro. Lontanissimo parente del fu Cannavaro pallone d’oro
Chiellini 4,5 :l’accoppiata con Cannavaro aveva portato la Juventus fuori dall’europa dopo quasi ventanni. Non si poteva certo pensare che la maglia azzurra risolvesse tutti i problemi. Perde Vittek sul 2-0
Zambrotta 5: non spinge mai e sbaglia tutti i passaggi possibili
Maggio 5,5: entra timido, ma piano piano si riprende. Non garantisce una spinta continua e comunque non si poteva sperare che fosse lui il salvatore della patria
Gattuso 5: si segnala solo perché con un’entrataccia apre in due il ginocchio di Strba
Montolivo 5: da lui non ci si può attendere il compito. Deve accendere la luce. Non ne azzecca una e si limita a spazzare lontano ogni palla che transista per i suoi piedi
Pirlo 5,5: è infortunato e si vede si sacrifica e crea delle buone linee di passaggio. Fa quel che può
De Rossi 5: perde il pallone da cui nasce il primo gol. Sempre in affanno, ma dopo una stagione così lunga e sempre da titolare è tra i meno colpevoli
Pepe 5: corre tanto e a vuoto. Ha sui piedi la palla del 3-3 ma calcia malamente sul fondo
Iaquinta 4: non tira mai in porta in tre partite. Non può e non deve essere l’attaccante titolare della nazionale campione del mondo
Di Natale 5,5: parte bene con un tiro da lontano dopo pochi secondi. Sbaglia un gol facile a inizio ripresa e mette dentro il pallone della speranza a dieci minuti dalla fine
Quagliarella 7: Un gol in pallonetto splendido. Un gol forse regolare che sarebbe valso la qualificazione. E parte da un suo dribbling l’azione che porta al 2-1. Perché ha giocato solo 45 minuti?
Lippi 2: lascia a casa Totti, Perrotta, Ambrosini, Cassano e Balotelli. Esce non vincendo mai, e facendo vedere anche il più brutto calcio azzurro degli ultimi vent’anni.

domenica 20 giugno 2010

Brutta Italia, con la Nuova Zelanda è 1-1



di Jacopo Fontanelli


Era sicuramente la partita più facile del girone, contro una squadra che non può impensierire i campioni del mondo. Ma il calcio è strano, e le cose che sembrano facili spesso risultano le più difficili. Lippi schiera la stessa formazione del match d’esordio, con la variante di Marchisio largo sulla fasce invece che dietro le punte. L’inizio è lento, e al 6’ Smeltz su una carambola in area riesce a mettere il pallone alle spalle dell’incolpevole Marchetti. La posizione del numero nove neozelandese è leggermente in fuorigioco ma l’Italia deve sicuramente essere più attenta sulle palle inattive. Due gol presi ed entrambi da calcio piazzato.

Ci si aspetta la reazione veemente degli azzurri, ma le gambe non girano e anche la motivazione non sembra essere un’arma a favore degli undici di Lippi. Al 16’ Chiellini ha la palla buona, ma da ottima posizione spreca calciando addirittura in fallo laterale. Zambrotta al 21’ sfiora l’incrocio con un missile dal limite dell’area. Ancora cinque minuti dopo, il viola Montolivo con un tiro dai trenta metri colpisce il palo interno. Il gol è nell’aria, ma le occasioni non sono mai limpide ma frutto di giocate individuali.

Al 28’ una trattenuta su De Rossi induce l’arbitro, su segnalazione del guardalinee, a fischiare il calcio di rigore. Iaquinta spiazza il portiere e porta l’Italia in parità. Al rientro dagli spogliatoi Lippi lascia Pepe e un impalpabile Gilardino in panchina, e fa entrare Camoranesi e Di Natale. Nel secondo tempo è paradossalmente la Nuova Zelanda a sfiorare il vantaggio con un destro del neo entrato Wood che esce di un’inezia.

Italia troppo brutta per essere vera, ora basta una vittoria con la Slovacchia per essere sicuri di passare il turno (ma probabilmente incontreremmo l’Olanda), o anche un pareggio a patto che la Nuova Zelanda perda col Paraguay.


Marchetti sv.: praticamente mai impegnato
Zambrotta 6, spinge ma con poca precisione. Lontano parente del Zambrotta mondiale.
Chiellini 5,5, la coppia con Cannavaro dà la stessa sensazione di insicurezza che dava nella Juventus
Cannavaro 5, meno preciso di Chiellini
Criscito 5, si fa saltare troppe volte dal suo diretto avversario
De Rossi 6, ha il merito di procurarsi il calcio di rigore, e di provarci qualche volta da fuori
Montolivo 6,5, il migliore degli azzurri. Due tiri da fuori, un palo e un miracolo del portiere Paston
Marchisio 5, non si capisce perché Lippi continui ad insistere su di lui
Pepe 5,5, corre come sempre, ma corre male.
Camoranesi 4, non azzecca un passaggio. Sbaglia l’impossibile e si innervosisce spesso
Iaquinta 6, si prende la responsabilità di tirare il rigore. Lo calcia con freddezza, spiazzando il portiere, ma combina poco altro.
Pazzini sv. Tocca due palloni e sbaglia entrambi gli appoggi per i compagni
Gilardino 5, il suo mondiale potrebbe essere finito qui.
Di Natale 6, porta un po’ di vivacità. Ma troppo poco per risvegliare un’Italia abulica.

mercoledì 16 giugno 2010

COMUNICATO CURVA SUD: NO ALLA TESSERA

Questo è il comunicato della Curva Sud giunto in redazione, in merito alle decisioni dei gruppi della Sud dopo l'entrata in vigore dellaTessera del Tifoso.

IO NON MI TESSERO

I gruppi della Curva Sud a fronte dell’entrata in vigore della AS ROMA PRIVILEGE CARD (più comunemente conosciuta come TESSERA DEL TIFOSO) ribadiscono con estrema fermezza che non rinnoveranno l’abbonamento per non assecondare le direttive imposte non da una legge, bensì da una semplice circolare che prevede il rilascio di una carta di credito annessa alla sottoscrizione dell’abbonamento. Tutto questo inoltre ci viene imposto col ricatto, togliendoci ogni possibilità di scelta.

Tutti i gruppi della Sud continueranno a seguire la squadra in casa e in trasferta ogni qualvolta ci sarà anche un solo spiraglio per farlo e tutti i tifosi – anche non appartenenti ai gruppi –che hanno deciso di dire NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO avranno la possibilità di unirsi alla nostra lotta e continuare ad andare allo stadio da persone libere aderendo alla RACCOLTA DEGLI ABBONAMENTI (valida indistintamente per chi è in possesso del vecchio abbonamento e chi no) promossa dalla Curva Sud. Per partecipare a questa iniziativa sarà sufficiente recarsi presso il punto di raccolta OUTLET SPORT sito in Via Appia Nuova, 130 a partire dal 21 giugno, tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 19.00 fino al 12 luglio.

Nessun tifoso impegnato in questa battaglia verrà lasciato solo: in questo modo tutti assieme, da TIFOSI LIBERI, potremo di volta in volta entrare allo stadio acquistando i biglietti d’ingresso cartacei ancora in libera vendita ogni qual volta sarà possibile.

Invitiamo chi ha già aderito alla Tessera del Tifoso a rispettare la storia e la tradizione della nostra Curva Sud prendendo posto in settori dello stadio diversi da quest’ultimo.

Presso il punto di raccolta saranno presenti dei ragazzi che vi daranno tutti i chiarimenti riguardo l’iniziativa promossa

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO


Gianluca Pagliuca ai microfoni di RomaCaffè




Questa mattina è intervenuto Gianluca Pagliuca ai microfoni di Romacaffè, trasmissione radiofonica in onda sulle frequenze di Radio Power Station.


Gianluca buongiorno, volevamo chiederti subito un commento sulla partita di ieri."Fino al gol del Paraguay, l'Italia ha giocato abbastanza bene. Non abbiamo creato grandi occasioni, ma la squadra c'era. Fisicamente stiamo bene ed ero molto fiducioso. Dopo il gol preso, ci sono stati minuti di sbandamento, e abbiamo rischiato di subire il raddoppio. Per fortuna è arrivato il pareggio, e potevamo anche vincere. Esordio comunque abbastanza positivo, anche perchè è sempre una partita difficile e il Paraguay non era una squadra facile da affrontare."

Chi è stato il migliore e il peggiore? "Il migliore è stato De Rossi. Oltre il gol, ha fatto un gran bel secondo tempo. Non era partito benissimo, con qualche sbavatura, ma nel secondo tempo è cresciuto tantissimo. Mi è piaciuto anche Zambrotta, anche se molti giornali non sono della mia stessa opinione. Non ho visto il giocatore del campionato, ma uno Zambrotta in ottima forma. Anche Cannavaro non mi è dispiaciuto, malgrado la sbavatura sul gol del Paraguay."

Una buona prestazione anche quella di Simone Pepe. Dobbiamo puntare molto su questo giocatore? "Ha fatto un'ottima partita, ha speso molto ed è stato uno dei pochi a tirare in porta. Forse ha un po' esagerato in alcuni frangenti, come quando ha provato la rovesciata."

Il portiere del Paraguay cosa ha combinato sul gol degli azzurri? "Io mi chiedo se questi palloni non siano stati fatti a posta per umiliare i portieri. L'angolo di Pepe non era facilissimo da intercettare: quelle sono le palle più difficili, tese e sopra la testa dei giocatori, sempre difficili da affrontare".

Certo che ne abbiamo viste finora di papere. Tutta colpa del pallone? "Io ho sentito questo pallone. E' veramente leggero,. Sembra uno di quelli che vengono venduti nei supermercati. E i portieri lo sanno che è imprevedibile, giocano con la paura e poi sbagliano. I creatori avrebbero dovuto far testare i palloni a giocatori e portieri, in fondo sono loro che poi scendono in campo."

A proposito dei portieri, come hai visto l'esordio di Marchetti? "Non è sicuramente facile sostituire il portieri più forte del mondo all'esordio del mondiale, ma ha fatto bene. E' il coronamento della sua carriera in costante ascesa."

Per quanto riguarda la papera di Green? "Io seguo molto la Premier, purtroppo è incappato più che in un errore in un infortunio. La vera papera è quella del portiere dell'Algeria. Voglio spezzare una lancia in favore del portiere inglese, il più forte in assoluto nella rosa di Capello, e lui la pensa come me. Green aveva fatto bene finora sia in campionato che in nazionale, E' stato sfortunato. Se l'Inghilterra avesse vinto, non se ne sarebbe parlato. Il problema è che se fai un errore, e poi fa dieci belle parate,si ricordano solo della papera. Ed io lo so bene (ride)".

Stiamo vedendo però anche degli ottimi portieri africani. "Quello nigeriano mi ha impressionato davvero. Sono sempre stato diffidente verso i portieri di colore, non per razzismo per carità, ma perchè spesso non riescono a rimanere concentrati per tutta la partita. Malgrado ciò sto vedendo degli ottimi portieri, che non sfigurerebbero in una squadra europea. Stasera esordisce Julio Cesar, pensi abbia ancora fame di vittorie? Io penso di si. Ha già vinto tutto, gli manca solo la coppa del Mondo. Sarebbe il coronamento della sua carriera. A quel punto potrebbe anche ritirarsi (ride)."

Ieri si è di nuovo infiammata la polemica sul tifo contro la nazionale... "Sono cose che secondo me scompariranno non appena l'Italia proseguirà il suo cammino nel torneo. E tutti tiferanno Italia. Non capisco il perchè tifare un'altra nazione, o contro. Probabilmente questi personaggi cercavano solo notorietà."


Notorietà che Lippi gli ha negato: non solo a loro, ma a molti altri giornalisti. “Tutti giù dal carro dei vincitori” ha detto. "Lippi sta un po' usando la tattica di Mourinho, far gruppo facendo sentire i giocatori attaccati da tutto e tutti. Potrebbe essere una tattica vincente, basta vedere i risultati che ha ottenuto il portoghese, il più forte allenatore al mondo secondo me."

Prima di salutarti, dove si piazzerà questa nazionale?
"Secondo me gli azzurri possono arrivare ai quarti di finale."

La redazione di RomaCaffè

lunedì 14 giugno 2010

De Rossi toglie l'Italia dai Guay: 1-1



di Jacopo Fontanelli

L’Italia comincia il suo cammino mondiale con un pareggio, proprio come aveva finito quello vittorioso del 2006. Saranno pochi i giornalisti che dovranno cambiare mestiere; la formazione di mister Lippi è quella prevista, un 4-3-3 con Pepe e Iaquinta sulle fasce, che all’occorrenza si trasforma in 4-2-3-1 con l’avanzamento di Marchisio nel ruolo di incursore dietro all’unica punta Gilardino. Ritmi blandi almeno in avvio, per vedere il primo tiro si deve aspettare il 22’ quando il Paraguay si affaccia dalle parti di Buffon, spaventando la difesa azzurra con un rasoterra che per fortuna esce di molto alla destra del portiere.

L’arbitro messicano Archundia fischia poco, ma da una delle punizioni fischiate in favore dei sudamericani nasce il gol di Alcaraz al 39’ minuto, che svetta di testa in mezzo a De Rossi e Cannavaro. Al rientro dagli spogliatoi Lippi è costretto a sostituire Buffon per un problema alla schiena, facendo debuttare il cagliaritano Marchetti. La reazione dell’Italia è confusa e bisogna aspettare l’entrata di Camoranesi, entrato al posto di uno spento Marchisio, per ridisegnare sul campo un modulo che non stava funzionando nella maniera sperata. Al 63’, su angolo perfettamente calciato da Pepe, Daniele De Rossi in spaccata pareggia i conti sfruttando una uscita a vuoto del portiere Villar. Con l’entrata di Di Natale al posto di Gilardino, gli azzurri si rendono ancora più pericoloso sfiorando il gol con un tiro di Montolivo da fuori area messo in angolo dal portiere paraguaiano che ha così l’occasione di riscattarsi per l’errore precedente.

Gli ultimi minuti scorrono via senza particolari sussulti, e soprattutto il Paraguay dà l’idea di accontentarsi del pareggio con la squadra campione del mondo. Un’Italia dalle due facce, brutta e abulica quella del primo tempo, pimpante e vivace quella del secondo; troppo poco per far sognare i propri tifosi come quattro anni fa, ma sicuramente si è visto qualcosa di più di quello che tanti si aspettavano.


Buffon 6; praticamente mai impegnato e incolpevole sul gol.
Marchetti sv.
Zambrotta 5,5; spinge poco e con poca convinzione.
Cannavaro 6; Non è il Cannavaro deludente dell’ultima stagione bianconera, ma è anche lontano parente del Cannavaro ammirato ai mondiali tedeschi
Chiellini 6; Senza infamia e senza lode, controlla Barrios e Valdez senza troppi problemi, ma in alcuni disimpegni appare insicuro
Criscito 6,5; Non sembra aver risentito dell’emozione dell’esordio, è uno stantuffo continuo. Potrebbe essere la sorpresa di questo mondiale
De Rossi 7; Perde Alcaraz in compartecipazione con Cannavaro nell’occasione del gol, ma è padrone del centrocampo azzurro, e il suo gol nell’economia del mondiale può avere un peso decisivo. Il migliore.
Montolivo 6,5; Gioca un’infinità di palloni, e lo fa con precisione. E’ l’unico a tirare in porta e a spaventare il portiere avversario
Marchisio 5; Mai in partita. Spento e confuso. Avrà tempo per rifarsi
Pepe 7; Il migliore insieme a De Rossi. Corre, lotta, ha gamba e si vede, preziosi i suoi cross. Perfetto quello da cui nasce il gol del pari
Camoranesi 5,5; Entra e parte bene, allargando il gioco sulla destra, poi si innervosisce e rimedia un giallo evitabile, rischiando anche il rosso.
Iaquinta 5; Mai un tiro, mai un dribbling, mai una sponda. Serata no per lui e il suo compagno d’attacco
Gilardino 5; Come Iaquinta.
Di natale 6,5; Porta vivacità all’attacco, allarga benissimo il gioco trovando sempre Pepe smarcato segno che l’intesa costruita nell’Udinese può essere riproposta anche in nazionale.

Andrea Carnevale a RomaCaffè


Andrea Carnevale, ex attaccante di Roma e Napoli e attualmente dirigente dell'Udinese, è intervenuto questa mattina ai microfoni di RomaCaffè, trasmissione in onda dal lunedì al venerdì su Radio Powerstation FM 100.5.


Quale sarà il futuro di Antonio Di Natale? Potrebbe lasciare Udine?


Totò non si muove da Udine, ama la città e qui si trova molto bene, sia lui che la sua famiglia. Smentisco le voci che lo danno in partenza e, anzi, per lui potrebbe esserci un futuro come dirigente una volta conclusa la carriera da giocatore.


Un altro giocatore che accende il calciomercato è Isla, più volte accostato alla Roma...


Il ragazzo è forte e non penso si muoverà da Udine, al momento non ci sono trattative in corso e non mi risulta ci siano state offerte da parte della Roma


Sempre sull'asse Roma-Udine: quale sarà il futuro di Marco Motta?


Penso che Motta verrà riscattato dall'Udinese per esser poi successivamente girato ad un'altra squadra. La Juventus è una destinazione possibile

venerdì 11 giugno 2010

Mondiali 2010, tutte le partite trasmesse in chiaro dalla RAI

Il calendario delle partite Rai

11 giugno: SUDAFRICA-MESSICO (ore 16.00)
12 giugno: INGHILTERRA-USA (ore 20.30)
13 giugno: AUSTRALIA-GERMANIA (ore 20.30)
14 giugno: ITALIA-PARAGUAY (ore 20.30)
15 giugno: BRASILE-COREA DEL NORD (ore 20.30)
16 giugno: SUDAFRICA-URUGUAY (ore 20.30)
17 giugno: FRANCIA-MESSICO (ore 20.30)
18 giugno: INGHILTERRA-ALGERIA (ore 20.30)
19 giugno: CAMERUN-DANIMARCA (ore 20.30)
20 giugno: ITALIA-NUOVA ZELANDA (ore 16.00)
21 giugno: SPAGNA-HONDURAS (ore 20.30)
22 giugno: GRECIA-ARGENTINA (ore 20.30)
23 giugno: GERMANIA-GHANA (ore 20.30)
24 giugno: SLOVACCHIA-ITALIA (ore 16.00)
25 giugno: CILE-SPAGNA (ore 20.30)
OTTAVI DI FINALE: 4 partite
QUARTI DI FINALE: 2 partite
SEMIFINALI
FINALE 3°/4° posto
FINALE

Mondiali: il girone dell'Italia


di Jacopo Fontanelli


Si apre oggi alle 16.00, con la partita Sud Africa-Messico, allo stadio “Soccer City” di Johannesburg, la diciannovesima edizione dei mondiali di calcio. Il sorteggio del 4 dicembre scorso ha inserito gli azzurri nel gruppo F, insieme a Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Sarebbe sicuramente potuta andare peggio, avendo infatti evitato veri e autentici spauracchi come la Serbia di Stankovic e il Portogallo di Cristiano Ronaldo.

Il Paraguay, che l'Italia affronterà nell'esordio del 14 giugno a Città del Capo, si è sorprendentemente qualificato come secondo nel girone sudamericano, rimanendo dietro soltanto al Brasile di Dunga. La squadra di Gerardo Martino, si schiera con un classico 4-4-2, veloce ed aggressivo; l'Italia dovrà stare attenta in fase difensiva cercando di controllare gli inserimenti di Vera e Santana e di limitare al massimo i rifornimenti per le due temibilissime punte Santa Cruz e Barrios. La difesa non è sempre impeccabile e soffre gli attaccanti piccoli e veloci, motivo per cui potrebbe essere la partita adatta per un giocatore di talento come Antonio di Natale.

La Nuova Zelanda verrà invece affrontata il 20 a Nelspruit; si tratta sicuramente di una delle squadre più deboli del torneo, e il problema per l'Italia non sarà solo quello di ottenere i tre punti, ma anche quello di segnare il maggior numero di gol possibile, per avere una migliore differenza reti nel caso di arrivo a pari punti con una delle altre pretendenti alla qualificazione. L'ultimo precedente, risalente ad una amichevole dello scorso anno, è incoraggiante: finì 4-3 per gli azzurri.

Nella terza e ultima partita del girone, il 24 giugno a Johannesburg, l'Italia dovrà vedersela con la rivelazione Slovacchia. La squadra di Vladimir Weiss, è alla sua prima partecipazione ad un Mondiale, ma questo non è un buon motivo per sottovalutarla. Si è infatti classificata come prima nel suo girone di qualificazione, mettendo dietro a sè squadre con molta più esperienza internazionale come Polonia e Repubblica Ceca. La difesa ruvida e rocciosa è affidata a Skertel (centrale del Liverpool), ma il giocatore più temibile è sicuramente Marek Hamsik; attenzione anche al giovane centrocampista offensivo Weiss omonimo e figlio del ct.

giovedì 10 giugno 2010

Mondiali 2010, il calendario completo


GRUPPO A
11/6 a Johannesburg (16:00) Sudafrica – Messico (partita inaugurale)
11/6 a Citta’ del Capo (20:30) Uruguay – Francia
16/6 a Pretoria (20:30) Sudafrica – Uruguay
17/6 a Polokwane (13:30) Francia – Messico
22/6 a Rustenburg (16:00) Messico – Uruguay
22/6 a Bloemfontein (16:00) Francia – Sudafrica

GRUPPO B
12/6 a Johannesburg (13:30) Argentina – Nigeria
12/6 a Port Elizabeth(16:00) Corea del Sud – Grecia
17/6 a Bloemfontein (16:00) Grecia – Nigeria
17/6 a Johannesburg (20:30) Argentina – Corea del Sud
22/6 a Durban (20:30) Nigeria – Corea del Sud
22/6 a Polokwane (20:30) Grecia – Argentina

GRUPPO C
12/6 a Rustenburg (20:30) Inghilterra – Stati Uniti
13/6 a Polokwane (16:30) Algeria – Slovenia
18/6 a Johannesburg (16:00) Slovenia – Stati Uniti
18/6 a Citta’ del Capo (20:30) Inghilterra – Algeria
23/6 a Port Elizabeth (16:00) Slovenia – Inghilterra
23/6 a Pretoria (16:00) Stati Uniti – Algeria

GRUPPO D
13/6 a Durban (16:00) Germania – Australia
13/6 a Pretoria (20:30) Serbia – Ghana
18/6 a Port Elizabeth (13:30) Germania – Serbia
19/6 a Rustenburg (13:30) Ghana – Australia
23/6 a Johannesburg (20:30) Ghana – Germania
23/6 a Nelspruit (20:30) Australia – Serbia

GRUPPO E
14/6 a Johannesburg (13:30) Olanda – Danimarca
14/6 a Bloemfontein (16:00) Giappone – Camerun
19/6 a Durban (16:00) Olanda – Giappone
19/6 a Pretoria (20:30) Camerun – Danimarca
24/6 a Rustenburg (20:30) Danimarca – Giappone
24/6 a Citta’ del Capo (20:30) Camerun – Olanda

GRUPPO F
14/6 a Citta’ del Capo (20:30) Italia – Paraguay
15/6 a Rustenburg (13:30) Nuova Zelanda – Slovacchia
20/6 a Bloemfontein (13:30) Slovacchia – Paraguay
20/6 a Nelspruit (16:00) Italia – Nuova Zelanda
24/6 a Johannesburg (16:00) Slovacchia – Italia
24/6 a Polokwane (16:00) Paraguay – Nuova Zelanda

GRUPPO G
15/6 a Port Elizabeth (16:00) Costa d’Avorio – Portogallo
15/6 a Johannesburg (20:30) Brasile – Corea del Nord
20/6 a Johannesburg (20:30) Brasile – Costa d’Avorio
21/6 a Citta’ del Capo (13:30) Portogallo – Corea del Nord
25/6 a Durban (16:00) Portogallo – Brasile
25/6 a Nelspruit (16:00) Corea del Nord – Costa d’Avorio

GRUPPO H
16/6 a Nelspruit (13:30) Honduras – Cile
16/6 a Durban (16:00) Spagna – Svizzera
21/6 a Port Elizabeth (16:00) Cile – Svizzera
21/6 a Johannesburg (20:30) Spagna – Honduras
25/6 a Pretoria (20:30) Cile – Spagna
25/6 a Bloemfontein (20:30) Svizzera – Honduras

OTTAVI DI FINALE
26/6 a Port Elizabeth (16:00) 1A – 2B (= 1 nel calendario dei quarti di finale)
26/6 a Rustenburg (20:30) 1C – 2D (= 3)
27/6 a Bloemfontein (16:00) 1D – 2C (= 4)
27/6 a Johannesburg (20:30) 1B – 2A (= 2)
28/6 a Durban (16:00) 1E – 2F (= 5)
28/6 a Johannesburg (20:30) 1G – 2H (= 7)
29/6 a Pretoria (16:00) 1F – 2E (= 6)
29/6 a Citta’ del Capo (20:30) 1H – 2G (= 8)

QUARTI DI FINALE
2/7 a Port Elizabeth (16:00) 5 – 7 (= C nel calendario delle semifinali)
2/7 a Johannesburg (20:30) 1 – 3 (= A)
3/7 a Citta’ del Capo (16:00) 2 – 4 (= B)
3/7 a Johannesburg (20:30) 6 – 8 (= D)

SEMIFINALI
6/7 a Citta’ del Capo (20:30) A – C (= W1)
7/7 a Durban (20:30) B – D (= W2)

FINALE TERZO POSTO
10/7 a Port Elizabeth (20:30) L1 – L2

FINALE
11/7 a Johannesburg (20:30) W1 – W2

lunedì 7 giugno 2010

Mondiali 2010, i numeri dicono Argentina

Albo d'Oro della Coppa del Mondo dal 1962 ad oggi:

• 1962 Brasile
• 1966 Inghilterra
• 1970 Brasile
• 1974 Germania O.
• 1978 Argentina
• 1982 Italia
• 1986 Argentina
• 1990 Germania O.
• 1994 Brasile
• 1998 Francia
• 2002 Brasile
• 2006 Italia

Dal 1962 ad oggi i Mondiali di calcio vengono vinti in modo alternato da una squadra europea e da una squadra sudamericana. Allo stesso modo si alternano tra loro le squadre sudamericane, Brasile e Argentina, vincendo due edizioni di seguito (separate da una vittoria europea) ognuna. Stando a questo dato, essendosi concluso il ciclo di due vittorie del Brasile nel 2002 e avendo vinto l’Italia nel 2006, l’edizione 2010 della Coppa del Mondo dovrebbe andare all’Argentina…

Marco Eremita

domenica 6 giugno 2010

Francesca Schiavone Regina di Parigi

Cento. Non è il numero di vittorie di Francesca Schiavone in carriera, ma la quota che la Snai le attribuiva nel giorno inaugurale del torneo parigino. La vittoria della tennista bresciana è infatti tanto bella quanto inaspettata; le grandi favorite come la Jankovic o le sorelle Williams (vincitrici però del doppio femminile) hanno via via lasciato strada alle meno quotate colleghe. La Schiavone in finale si è trovata di fronte la giovane australiana Samantha Stosur, potentissima nel servizio e favorita per la vittoria finale. Ma Francesca ha dato prova di essere una vera e propria leonessa (questo il suo soprannome), battendo l' australiana per 6-4, 7-6 e riportando l' Italia sul tetto di Francia a trentaquattro anni di distanza dall' ultima vittoria tricolore al Roland Garros: l' ultimo a riuscire in questa impresa era stato Adriano Panatta nel 1976.
La Schiavone è anche la prima donna italiana a vincere un torneo del Grande Slam ma i suoi meriti sono anche altri: è infatti la seconda donna più "anziana" a trionfare in uno dei quattro tornei principale (Roland Garros, Us open, Australian open e Wimbledon) ed è anche la prima donna fuori dalla top-ten a trionfare agli open di Francia da quando questa fanno parte del Grande Slam.


Francesco Perugini

Mercato Mondiale


di Jacopo Fontanelli

Per tutti quei tifosi che non sono riusciti a resistere neanche un mese senza calcio giocato, l'11 giugno comincerà finalmente il mondiale sudafricano. La rassegna iridata è da sempre una vetrina importante anche in chiave mercato; fra giocatori già noti, e giocatori “sconosciuti" che si metteranno in luce, si può senza dubbio dire che gli operatori di mercato hanno di che stare attenti. Nel capitolo dei grandi nomi, questo, non sembra essere il mercato adatto per dei trasferimenti epocali; dopo l'incetta di campioni dell'anno scorso da parte del Real Madrid, le squadre che potranno permettersi acquisti stellari saranno le solite 3 – 4. Il Barcellona ha già ufficializzato l'acquisto di David Villa dal Valencia per 50 milioni di euro, e sta trattando, con ottime possibilità di riuscita, anche l'acquisto di Cesc Fabregas dall'Arsenal; tanto per mantenersi la squadra più forte del mondo e per continuare a darsi una marcata impronta spagnola. Il Real del neo allenatore Mourinho, ha un budget di 100 milioni, con i quali cercherà di convincere Roma e Lazio a cedere De Rossi (operazione praticamente impossibile) e Kolarov (impegnato nel mondiale con la Serbia).

Anche l'Inter fresca campione d'europa, avrà i fari puntati sul mondiale, aspettando notizie da Gerrard o Mascherano, per il centrocampo, e da Kuyt per l'attacco, tutte trattative facilitate dal quasi certo arrivo sulla panchina neroazzurra di Rafa Benitez. In Inghilterra dopo anni di mercati trascendentali, quest'anno il rischio è di rimanere al palo, causa la difficoltà economica in cui si trovano alcune delle squadre storiche della Premier. Il Manchester e il Liverpool sono sommerse dai debiti, le uniche che possono spendere sono il solito Chelsea, con uno scontento Ibrahimovic e Aguero nel mirino, e il Manchester City di Mancini, che pur potendo contare su un budget quasi illimitato riscontra sempre poco gradimento da parte dei giocatori. Capitolo a parte merita l'Arsenal si è sempre distinta per un mercato all'insegna delle cessioni importanti per poter puntare sui migliori giovani in circolazione.

A proposito dei giovani, cerchiamo di fare una breve panoramica su quelle che possono essere le stelle meno attese di questo mondiale. Da tenere d'occhio il tridente del Messico: Giovani dos Santos (stellina ex-Barcellona), Javier Hernandez, un promettente classe 88 del Manchester United e Carlos Vela, attaccante dell'89 dell'Arsenal. Rimanendo nel continente americano, meritano una citazione due giovanissimi giocatori del cile: Fabian Orellana ventitreenne attaccante dello Xerez, e il nino meraviglia Sanchez dell'Udinese. Non parte poi come titolare, ma potrebbe essere il vero crack di questo mondiale Javier Pastore dell'Argentina.

Attenzione poi a Dominic Adiyiah, ghanese capocannoniere del mondiale under 20 acquistato dal Milan lo scorso gennaio e a Andrè Ayew, trequartista ventenne sempre ghanese figlio dell'ex granata Abedì Pelè.

Concludendo con i migliori talenti europei, si dice un gran bene del terzino (all'occorrenza anche centrale) ventunenne dell'Ajax Van der Wiel, e del centrale tedesco Boateng dell'Amburgo; un'ala molto promettente è il ventenne greco Sotiris Ninis (cercato in gennaio anche da un paio di squadre italiane), e a centrocampo per un promettente futuro di fanno i nomi di Vladimir Weiss, che ci troveremo di fronte con la Slovacchia, e di Rene Krhin centrocampista difensivo della Slovenia molto stimato da Mourinho nei suoi trascorsi neroazzurri.

giovedì 3 giugno 2010

RomaCaffè: un caffè con...



Sono tanti gli ospiti che abbiamo avuto il piacere e l'onore di avere in questi mesi a RomaCaffè. A tutti loro vanno i nostri più sinceri ringraziamenti.

Hanno preso un caffè in nostra compagnia:


  • Amatucci Bruno (scrittore e giornalista)

  • Abbondanza Ennio (giornalista e conduttore radiofonico)

  • Baldi Michele (fondatore "Movimento per Roma")

  • Banfi Lino (attore cinema e tv)

  • Bargellini Luca (Direttore “Fiorentina.it”)

  • Bergamo Paolo (ex designatore arbitri)

  • Bernini Alessandro (giornalista “Il Tirreno” di Livorno)

  • Bernabai Roberto (giornalista La7 sport)

  • Bonacina Walter (ex calciatore Roma, All. Atalanta Primavera)

  • Butinar Gianfranco (attore e imitatore)

  • Calandri Massimo (giornalista “Repubblica Genova”)

  • Carnevale Andrea (ex calciatore Roma e attuale dirigente Udinese)

  • Cento Paolo (parlamentare)

  • Cesari Graziano (ex arbitro ed opinionista Mediaset)

  • Cochi Alessandro (delegato per lo sport del comune di Roma)

  • Cosimi Alessandro (Sindaco della città di Livorno)

  • Consalvi Germana (giornalista “Il Messaggero” di Roma)

  • Contucci Lorenzo (Avv. Difensore dei diritti degli ultras)

  • Campanile Walter (creatore Azionariato Popolare As Roma)

  • D’Onchia Silvia (giornalista “Il Fatto Quotidiano”)

  • D’Ubaldo Guido (giornalista “Corriere dello Sport”)

  • De Sisti Giancarlo (ex calciatore Roma e Fiorentina)

  • De Rose Matteo (direttore testata on-line “LaRoma24.it”)

  • Di Vaio Marco (calciatore Bologna)

  • D’Agostino Gaetano (calciatore Udinese)

  • Fotia Carmine (direttore “Il Romanista”)

  • Felici Antonio (giornalista e scrittore, corrispondente France-Football)

  • Ferri Riccardo (opinionista sportivo)

  • Giuliani Antonio (attore e comico)

  • Gori Marco (vicedirettore FirenzeViola.it)

  • Jacobelli Xavier (giornalista ed opinionista televisivo, direttore di “Quotidiano.net”)

  • Lazotti Carlo (Direttore TS - Totoguida Scommesse)

  • Losi Giacomo (ex giocatore Roma)

  • Marroni Angiolo (Garante diritti dei detenuti del Lazio)

  • Mazzone Carlo (allenatore)

RICORDANDO IL CALCIO DI UNA VOLTA: "Miserie e delusioni del grande nobile decaduto"


di Nicolo' Ballarin

Rumore, tanto rumore quello che riecheggiava negli stadi; suoni di tamburi, di grida, di voci, di petardi che esplodono, di battiti di mani, di urla di gioie e di dolori. Cori, canti, inni, insulti, saluti ai giocatori ma pur sempre rumore, e questo rumore era sempre lì, tutte le domeniche, tutte le domeniche che si varcava quel cancello, lui era lì a far sentire tutto il suo maestoso frastuono. La voce del corista, attraverso il megafono, scandiva le parole rivolte a tutta la curva, accompagnata dall' imponente rumore rullante dei tamburi; colorati fumogeni ed enormi bandiere condivano ogni partita, regalando spettacolari e secolari coreografie.

Rumore, rumore, rumore...e poi ancora rumore, tanto rumore....Assordante e caotico pensavano in molti, unico e caloroso riflettevano gli altri, fastidioso e inutile per alcuni, vitale e spregiudicato per molti.

Una domenica allo stadio era qualcosa di speciale, era il giorno migliore della settimana, il fatidico ultimo giorno della settimana tanto atteso e finalmente arrivato. Si giocava di domenica, tutte le gare erano alle stesso orario, non faceva distinzione se 14.30 o 15.00, l' importante e il bello era che il fischio d' inizio fosse uguale per tutti; non c' erano nè posticipi nè anticipi, non c' erano turni infrasettimanali e stupide amichevoli dettate dagli sponsor. C' erano sedici formazioni pronte a darsi battaglia domenica dopo domenica, composte da pochi stranieri e tanti e promettenti calciatori italiani (quei pochi stranieri che calpestavano il manto erboso erano quasi tutti fenomeni...). C' erano le famiglie negli stadi, i bambini, i più anziani ma soprattutto c' erano le curve là: composte dai loro fermi e fieri sostenitori, la parte calda e coloroita del tifo, lì c' erano gli ultras.

Gruppi di tifosi armati di sciarpetta e bandiretta, di tamburi e fumoni, ma soprattutto guidati spiritualmente da una fede che nemmeno tanti chilometri poteva fermare e che non trova confini in tutto il globo. Tanta gente mescolata in un unico settore: nessuna distinzione di censo o di cultura, tante persone legate tra loro dalla fede calcistica per quei colori e che spinge, nel bene e nel male, a seguire quegli ideali per tutto il corso della propria vita.

Non c' erano le pay-tv, non c' erano mille telecamere e le partite si seguivano per radio a "Tutto il calcio minuto per minuto", e le sintesi si potevano ammirare tramite la potente antenna della Rai e grazie alla sua gloriosa redazione sportiva. Non era il calcio dei procuratori padroni, nè dei giocatori belli, ricchi e "piagnoni", ma un giuoco calcio dove il pallone si chiamava sfera di cuoio e le contrazioni di muscoli e tendini erano l' unico motivo di commento ed opinione nel dopogara dagli addetti ai lavori.

Gli ultras nel frattempo colorivano e arricchivano con le loro spettacolari coreografie, fatte da fumogeni multifumo e torce rosso fuoco, le partite degli atleti in campo: si giocavano partite vere, non contraffatte da doping o episodi di calcioscommesse sempre più frequenti negli ultimi vent' anni. I gruppi più caldi inneggiavano le gesta dei loro campioni con cori e grida di ogn tipo; la propria squadra va sostenuta fino alla fine dicono in molti e questo più che un motto diventa un comandamento.

Oggi è tutta un' altra storia...

Quello che finora è stato descritto come un mondo di rumore e di clamore sì, ma comunque di allegria, di tifoseria vera e di rispetto verso questo sport si è trasformato in uno spettacolo spesso indecoroso, in una violenza che coinvolge indiscriminatamente anche chi vorrebbe restarne fuori, che spinge molti padri a non portare più allo stadio i propri bambini perchè ogni partita potrebbe trasformarsi in una trincea.

Ma è pur vero che a volte quello che in tv fanno apparire come una guerriglia è forse solo una scaramuccia, che le cariche della polizia sono solo degli spostamenti delle forze dell' ordine, che le risse sugli spalti sono spesso frutto dell' immaginario di una nuova classe giornalistica che più che all' informazione mira al clamore.

Il calcio moderno è tutto questo: è parziale informazione, è doping, è danaro, troppo danaro che circola, è politica, è strumento degli sponsor e della pubblicità, è motivo di lucro per tutti quelli che ne tengono le fila.

Colpo finale a questo calcio cosi malandato è la famigerata "Tessera del tifoso": le autorità hanno adottato questo strumento per mettere alle corde i tifosi, per fare di tutta un' erba un fascio, colpendone cento per punirne uno. L' ultima coltellata alle spalle da parte di un Governo che più che tutelare e aiutare i propri cittadini compie atti di soppruso e di violazione dei diritti, come nel caso della direttiva sulla tessera del tifoso, imposta dal Ministero degli Interni.

Il tifo deve essere un libero diritto del cittadino, non deve essere schedato, non deve essere fidelizzato a niente e a nessuno, deve essere come era una volta, caldo e passionale, vivo e spregiudicato senza limitazioni, nel rispetto però, delle pur vigenti conformità di ordine e sicurezza impartite dalle istituzioni.

Non c' era tutto questo una volta, erano altri i valori, erano altri gli ideali e la gente non era fidelizzata, (a proposito di legami), alla società moderna sempre più marcia e sempre più incline a un cammino senza più possibilità di ritorno...