CHIAMA IN DIRETTA ALLO 06 36 00 40 73 OPPURE INVIA UN SMS AL 338 88 444 10

lunedì 31 maggio 2010

Adriano Ribeiro Leite, Best of VIDEO

Dopo il viola per Prandelli c'è l'azzurro

di Jacopo Fontanelli

Il dopo Lippi ha finalmente un volto: Cesare Prandelli. Il presidente della FIGC Abete, aveva promesso che il nome sarebbe stato svelato entro l'8 giugno e così è stato. Nella giornata di domenica l'ex allenatore della Fiorentina ha firmato un quadriennale da 1,2 milioni di euro a stagione, lasciando vuota la panchina della Fiorentina, che l'ha prontamente rimpiazzato con il serbo Mihajilovic.

La presentazione del neo ct ci sarà ovviamente a Mondiale finito per non mancare di rispetto all'attuale mister azzurro che ci si augura possa portare l'Italia più avanti possibile e regalarci un altro cammino vincente come quello del 2006. L'11 agosto invece, è prevista la prima partita amichevole contro una tra Polonia ed Ucraina; mentre per l'esordio ufficiale bisognerà attendere il 3 settembre, dove a Tallin contro l'Estonia comincerà il cammino delle qualificazioni all'Europeo del 2012.

La scelta di Prandelli sembra davvero aver messo d'accordo tutti; è stata una scelta accolta con soddisfazione sia da alcuni degli attuali convocati per il Sudafrica, De Rossi e Gilardino su tutti che lo considerano l'uomo giusto per aprire un nuovo ciclo, sia anche dallo stesso Lippi e dal presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Renzo Ulivieri, il quale ha dichiarato:” E' una scelta condivisibile, sia per capacità che per personalità. Occorreva un ct con personalità pacata e misurata e lui ce l'ha”.

Già circolano i nomi dei possibili convocati: chiuso il ciclo col mondiale, è evidente a tutti che questa sia un'Italia che necessiti di una forte operazione di ringiovanimento. Si ripartirà dai De Rossi, Chiellini, Gilardino e Marchisio, a cui si affiancheranno i migliori giovani che si metteranno in luce nei due anni che ci porteranno all'Europeo, senza per questo dimenticare quei giocatori di talento che per un motivo o per un altro sono rimasti a casa. Cassano e Miccoli su tutti.

sabato 29 maggio 2010

Adriano: la Roma ha il suo imperatore

di Jacopo Fontanelli

Era il 117 dopo Cristo quando Adriano prese in mano le redini di Roma e ne divenne imperatore fino al 138. Undici anni di gloria. Alla Roma e ai suoi tifosi che, fra il 7 e il 12 giugno potranno abbracciare il secondo acquisto di questa campagna di mercato cominciata all'insegna delle operazioni a parametro zero con il brasiliano ex Palermo Fabio Simplicio, ne basteranno tre: come gli anni di contratto proposti da Pradè. Il centravanti brasiliano, che in Italia aveva già vestito i colori di Fiorentina, Parma e Inter, arriva portando con sé un bagaglio di speranze, interrogativi e promesse, e assicura di essere pronto a lasciare da parte i suoi vizi che ne hanno rallentato l'ascesa nell'elite del calcio mondiale.


Dopo la bruciante delusione per l'esclusione dai 23 che andranno in Sudafrica, Adriano è pronto a ripartire. E' carico, e vuole che sia la Roma a dargli la possibilità di vincere questa sfida, soprattutto con sé stesso. Non è una questione di soldi, avrebbe altrimenti accettato qualche offerta che si diceva gli fosse arriva dal Qatar; Adriano vuole tornare ad essere decisivo in Italia dove ha più volte ribadito di aver lasciato un pezzo di cuore. La possibilità di giocare con il giocatore italiano più forte del dopoguerra insieme a Baggio, è stato poi un incentivo maggiore di qualsiasi contratto milionario.


La Roma giallorossa si divide tra chi confida nella capacità di mister Ranieri di ri-educare e far tornare alla ribalta un giocatore che fatto vedere soprattutto all'inizio della sua carriera dei numeri da vero fuoriclasse, e chi invece ne teme il carattere e le bizze che l'hanno reso troppo spesso protagonista fuori dal campo. In attesa che i posteri pronuncino la loro ardua sentenza, non resta che augurarsi che la parentesi romana di Adriano riporti in alto un campione che correva il rischio di perdersi. Bentornato Imperatore!

venerdì 28 maggio 2010

Euro 2016, se li aggiudica la Francia. Italia battuta anche dalla Turchia.

Come quattro anni fa, anzi forse peggio. L' Italia non riesce ad aggiudicarsi la possibilità di organizzare i Campionati Europei di calcio che invece si svolgeranno in Francia dal 5 giugno al 3 luglio 2016. Una sconfitta, che sommata a quella per l' organizzazione degli Europei del 2012, che invece avranno luogo in Polonia e Ucraina, rende chiara la situazione del calcio italiano e soprattutto del problema relativo agli stadi. La Francia, fortemente spalleggiata dal Presidente Sarkozy, ha vinto meritatamente, presentando un dossier valido, con quattro stadi in costruzione e diversi in fase di ristrutturazione. L' Italia ha perso soprattutto per l' inefficienza dei suoi stadi; lungo tutto lo stivale infatti, solo lo Stadio Olimpico di Roma è a norma secondo le regole della uefa mentre tutti gli altri, anche il Giuseppe Meazza di Milano, avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione. Con questa sconfitta l' Italia rischia di restare indietro sul piano dell' avanzamento tecnologico per quanto riguarda gli impianti calcistici, e la preoccupante dimostrazione c' è stata proprio a Ginevra dove l ' Italia non è stata battuta solo dalla Francia ma anche dalla Turchia, che è arrivata seconda dietro ai transalpini.

La situazione degli stadi


Nell' ultima stagione della nostra Serie A, su diciassette stadi in cui si è giocato ben nove hanno la pista d' atletica, che come sappiamo non giova agli spettatori, e solo nove stadi hanno la copertura totale degli spalti. Se scendiamo di categoria la situazione è ancora peggiore: infatti solo gli stadi di Torino e di Cesena sono coperti al cento per cento e non hanno la pista d' atletica. Confrontandoci con altre nazioni, notiamo che in Inghilterra tutti gli stadi di Premier League e di Championship (l' equivalente della nostra Serie B) sono coperti e privi di pista, mentre in Spagna molti club stanno costruendo un nuovo stadio (come il Valencia) o già hanno cambiato "casa", come per esempio l' Almeria. La situazione della Germania infine, è la più rosea di tutte; i tedeschi infatti, in occasione dei Mondiali del 2006, hanno costruito e modernizzato molti stadi, e sono diventati una nazione all' avanguardia, per quanto riguarda l' organizzazione di eventi sportivi.


Non sorprende comunque vedere l' Italia sconfitta dalla Francia nella corsa a EURO 2016, ma certo adesso riuscire a cambiare la situazione degli stadi italiani sarà ancora più difficile. La speranza è che le squadre di Serie A e non solo, seguano l' esempio della Juventus, unica società di calcio italiana che ha già cominciato i lavori per un nuovo stadio.





Francesco Perugini

martedì 25 maggio 2010

La lezione di Alessandro



La lezione di Alessandro

Ci sono storie che un semplice articolo di giornale non può raccontare, che una macchina da presa non può riprendere, che una sola immagine non può fermare. La storia di Claudio e Delia Bini è uno di quei racconti che quando ascolti non credi vero, è una di quelle storie che non capisci se non la vivi in prima persona, che non fai tua, fin quando non ti trovi ad affrontare un tema difficile come la scomparsa di un figlio.

Alessandro era un ragazzo come tanti, che amava il calcio, la vita, gli amici e tutto quello che una ragazzo in età adolescenziale poteva desiderare: il pallone suo compagno di avventure per molti anni, il giuoco che portava il sorriso e la gioia nel volto del giovane calciatore e che lo spingeva giorno dopo giorno a sognare di diventare il nuovo Vincent Candela.

Ma in questo "pezzo" la tragedia si trasforma in un racconto bello attraverso quello che i genitori di Ale stanno facendo: il coraggio di due esseri umani sconvolti, toccati per sempre nel profondo dell' animo, la tenacia di due persone che per l' amore verso il "piccolo campione" scomparso, lottano e combattono le attuali normative, le attuali leggi e soprattutto fanno sì che il ricordo di Alessandro rimanga vivo per sempre nei cuori di tutti noi.

Claudio e Delia due genitori forti che a poco più di un mese dalla scomparsa del loro "angelo" trovano la forza, con l' aiuto di amici a loro vicini, di fondare l' "Associazione Alessandro Bini", con la speranza di sensibilizzare quanto più i fruitori degli impianti e per fa sì che tragedie come quelle che hanno scosso la loro vita non possano capitare nuovamente.

Guidati dal motto "Sicurezza nello sport è sicurezza nella vita" vanno avanti su una strada tortuosa, fatte di leggi assurde e di personaggi ignari da queste realtà di vita cittadina e lottano con tutte le loro forze per il bene dei ragazzi e di tutti coloro che solcano i rettangoli verdi, e che per delle vistose mancanze o distrazioni rischiano di perdere la vita durante una partita di pallone.

Spalle larghe e petto in fuori, si direbbe così anche in gergo calcistico( sicuro che la citazione farebbe felice anche Ale..), Delia e Claudio, e tutta l' Associazione, fanno sì che la Legge Regionale n.11 del 6 aprile 2009 "Interventi per la promozione il sostegno e la diffusione nella sicurezza nello sport" diventi una realtà vera e concreta del panorama cittadino e non solo e che venga varata soprattutto una norma a livello nazionale che vada ad aggiungersi all' attuale decreto legislativo 81 per quel che riguarda l' impiantistica e la tutela di coloro che amano lo sport e lo svolgono come forma di divertimento.

Ma il nostro racconto è una storia di uomini e di donne di valori, di genitori che per il ricordo e la memoria del loro figlio sono pronti a sostenere questo grande sforzo con tenacia e con ardore, col "core grosso" come si direbbe in gergo capitolino. Con Delia e Claudio scendono in campo molti amici, molte persone dell' Associazione Alessandro Bini, ma soprattutto la risposta di organi federali e di giunte regionali e assessorati comunali ha fatto in modo che l' eco della spiacevole e triste vicenda avesse il giusto e meritato interesse da parte di tutti e che la promessa fatta sulla carta che non succederà mai più qualcosa di simile non sia solo il sogno lontano di due genitori disperati per la morte del loro figlio. Il settore giovanile scolastico della FIGC tramite la parola e le gesta di Barbara Benedetti, sta facendo molto, sta lanciando progetti e si impegna soprattutto per fa sì che le parole dei " più grandi" non siano solo promesse fatte a vuoto poichè di fatti e di opere concrete ce ne sono ancora tante da svolgere, nella speranza che la nostra coscienza eviti altre disattenzioni come quella di Ale e di tanti altri ragazzi deceduti per la mancanza di norme di sicurezza non adeguatamente applicate agli impianti del nostro paese. Barbara fa una promessa a tutti i ragazzi e pianta il suo seme della speranza per gettare le basi di un futuro migliore e lo fa scrivendo un pensiero-promessa in ricordo di Alessandro:

"è il tezo anno che con la tua mamma, il tuo papà e tanti ragazzini che ti hanno voluto bene, ricordiamo quello che ti è successo. Sono andata nella scuola che frequentavi, ho letto quello che scrivevi, ho tante tue foto. Caro alessandro, voglio farti una promessa, a te che puoi controllare quali degli adulti che oggi ti piangono e raccontano bugie. Ti prometto, Alessandro, che farò di tutto perchè quello che è successo a te non succeda a nessun altro, ti prometto che mi impegnerò in tutti i modi perchè i sogni di tanti ragazzini come te non finiscano contro un rubinetto, un muro, una rete di recinzione. Sono certa che da là dove tu ora sei, allegro e gioviale come sei, hai organizzato qualche partita di calcio! Noi, con mamma e papà, stiamo cercando di far giocare anche qui, sulla terra, le partite con la stessa gioia, la stessa voglia di divertirsi in allegria, senza pericoli, come stai facendo tu. Controllaci per favore.

Partite, che come da tre anni, si svolgeranno in memoria di Alessandro. L' undici giugno avrà il via il terzo Memorial Alessandro Bini, per i calciatori della categoria Giovanissimi 1996, al quale participeranno tante società locali e non solo, professioniste e dilettanti, tutte unite sul manto erboso per sostenere l' Associazione per uno sport sicuro e per onorare e rispettare il ricordo del nostro piccolo nuovo Vincent Candela.

Nicolò Ballarin

domenica 23 maggio 2010

Bayern-Inter 0-2, la Champions l'ultimo regalo di Mou



di Jacopo Fontanelli
Bayern-Inter 0-2, la Champions l'ultimo regalo di Mou

Chiamatelo Special Three. Era stato preso per questo si diceva, per riportare a Milano la coppa che mancava da 45 anni, e in due anni è riuscito là dove aveva fallito un numero quasi illimitato di allenatori. La tripletta, storica per il calcio italiano, si è materializzata alla fine di una partita in cui il copione era quello atteso da molti: Inter a lasciare il possesso palla ai tedeschi e pronta a colpire in contropiede con le frecce del suo attacco stellare.

Ritmi blandi, quasi per tutta la durata del match; i bavaresi arrivano con una certa facilità sulla trequarti avversaria ma non riescono a pungere, e quando lo fanno trovano un pronto e reattivo Julio Cesar, che con almeno due parate riscatta forse la stagione meno brillante da quando veste la casacca nerazzurra. Il primo lampo che scuote il Bernabeu arriva al 35' del primo tempo, quando Milito chiude una perfetta triangolazione con Sneijder e, dopo aver messo a sedere Butt, insacca la palla in fondo alla rete. La reazione tedesca non è veemente come ci si potrebbe aspettare, almeno fino all'inizio del secondo tempo, quando nell'arco dei primi 15 minuti prima Muller e poi Robben spaventano la difesa dell'inter con due conclusioni che solo un attentissimo Julio Cesar riesce a neutralizzare. Proprio quando tutti si attendevano l'assalto finale all'arma bianca della squadra di Van Gaal, al 70' minuto su perfetta imbeccata di Eto'o, il principe nerazzurro diventa re, saltando il suo diretto avversario e depositando per la seconda volta nel sacco. Da questo momento in poi è solo controllo, attesa e gioia prima del triplice fischio che i tifosi sognavano da troppo tempo; tutti in campo per la festa, piange Mourinho, piange il capitano Zanetti, forse il giocatore che più di tutti meritava di alzare sotto il cielo spagnolo la coppa più importante.

Finita la partita, Mou conferma quella notizia che era nell'aria da giorni e che i tifosi dell'Inter non avrebbero mai voluto sentire. Scena già vista col Porto: addio deciso prima di una finale vinta. E' questo l'ultimo regalo, chiamatelo il fascino discreto della scaramanzia.

Champions League, Bayern-Inter: gli highlights VIDEO

mercoledì 19 maggio 2010

Speciale Champions League: la finale


Bayern Monaco-Inter

Per entrambe le squadre potrebbe essere la stagione perfetta: campionato vinto, coppa nazionale vinta e come ciliegina sulla torta sabato sera, nello stupendo scenario del Santiago Bernabeu di Madrid, la vittoria della Champions League; solo una squadra però tornerà in patria con la tanto ambita tripletta (o der Tripel per i tedeschi). Agli sconfitti resterà comunque la consapevolezza di aver fatto una grande stagione contro ogni pronostico: infatti dopo la qualificazione per gli ottavi di finale, in pochi avrebbero scommesso sulle due future finaliste, che avevano stentato non poco nella prima parte del torneo, qualificandosi solo all ultima giornata dei rispettivi gironi.

Ma andiamo con ordine ripercorrendo il cammino delle due squadre dalla fase eliminatoria fino alla finale.

La strada per arrivare a Madrid

Bayern Monaco e Inter, collocate rispettivamente nel gruppo A ed F dei gironi di qualificazione, si sono entambe qualificate per seconde, e non senza difficoltà, alle spalle di Bordeaux e Barcellona. Se il gruppo dei nerazzurri poteva apparire abbastanza agevole, con Barcellona e Inter superfavorite rispetto a Rubin Kazan e Dinamo Kiev, lo stesso non si può dire per il gruppo A del Bayern: i bavaresi infatti dopo un inizio incerto, sono andati a giocarsi la qualificazione all' ultima giornata a Torino contro la Juventus, vincendo tra la nebbia piemontese per 4 a 1; qualificazione raggiunta all' ultima giornata anche per la squadra di Mourinho che battendo in casa per 2 a 0 il Rubin (gol di Eto'o e Balotelli), ha raggiunto gli ottavi di finale.

Ottavi di finale suggestivi per Jose Mourinho, che, dopo il sorteggio di Nyon, si trova di fronte il Chelsea, sua ex squadra; i nerazzurrui sconfiggono due volte gli inglesi, 2 a 1 a Milano e 1 a 0 a Londra, e...

martedì 18 maggio 2010

Paolo Cento; La Russa ha perso l'occasione di stare zitto


L'onorevole Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio intervenuto ai microfoni di Romacaffè, critica senza mezzi termini questo finale di campionato, dalla tessera del tifoso e alle dichiarazioni di Ignazio La Russa che definiva una vergogna l'atteggiamento combattivo del Siena nell'ultima giornata di campionato.

Presidende come ha vissuto quest'ultima parte di campionato?
"L'ho vissuto con entusiasmo perchè la roma ha fatto un campionato straordinario dalla seconda giornata in poi. Si è ricreata una sintonia tra squadra e tifoseria che ci ha riuniti sotto una sola bandiera, che poi è la cosa più bella per chi è appassionato di calcio e ama il calcio alle vecchie maniere, come dice il nuovo inno della curva sud, e fatemelo dire un po sgomento sulle parole di Daniele De Rossi che parlando ai giornalisti sosteneva che lo spettacolo visto a Verona rischiavano di non vederlo più per via della tessera del tifoso, la quale introdurrà nuovi incomprensibili e discriminanti limiti alle tifoserie. La Roma potrebbe pagare un prezzo salato in termini di tifo.
Il rammarico c'è, perchè la Roma meritava lo scudetto e a differenza di due anni fà avevamo più possibilità, ma credo che non si possa rimproverare niente ai giocatori, credo che anche quest'anno come al solito è mancata un po di fortuna ma c'è stata anche qualche ingiustizia, come ad esempio nella giornata di Atalanta Bologna e Lazio Inter che non sono state giocate in contemporanea.
Da questa Roma però si può ripartire, rinforzandola, le parole di Ranieri, la sua chiarezza e le sue ragioni mi sembrano condivisibili, e non dimentichiamo che la prossima stagione riporterà la Roma in Champion's league".
Ripartiamo da to be continued?
"Assolutamente si, certo ci saranno anche altre concorrenti per lo scudetto, la Roma dovrà ripetere una stagione straordinaria, senza magari commettere gli errori di inizio stagione dove ha lasciato per strada punti importanti, e cito per esempio i 5 punti su 6 persi con il Livorno, anche se all'epoca forse la Roma non sapeva di poter competere per lo scudetto".
Cosa si sente di dire invece sulle dichiarazioni del ministro La Russa?
"Mi verrebbe da dire sommessamente che il ministro La Russa farebbe bene a occuparsi di più dei soldati italiani in Afghanistan e di riportarli presto in Italia anzichè dire cose ingiustificabili dal punto di vista sportivo.
Dire che il Siena si deve vergognare perchè ha giocato una partita vera con l'Inter nell'ultima giornata di campionato, dove per altro c'èra un rigore per il Siena non dato, vuol dire uccidere il calcio e la lealtà sportiva, uccidere il fatto che ci sono squadre che giocano per salvare la propria credibilità e la trasparenza del campionato. Al Siena andava fatto un plauso. Io credo che abbia perso una buona possibilità per stare zitto, e queste dichiarazioni...

lunedì 17 maggio 2010

Il resoconto dell' ultima giornata di Serie A



Risultati 38^ giornata:

Atalanta-Palermo 1-2
Bari-Fiorentina 2-0
Cagliari-Bologna 1-1
Catania-Genoa 1-0
Chievo-Roma 2-0
Lazio-Udinese 3-1
Milan-Juventus 3-0
Parma-Livorno 4-1
Sampdoria-Napoli 1-0
Siena-Inter 0-1


Gli anticipi
L' ultima giornata del campionato di Serie A si apre sabato sera con due anticipi serali, Lazio-Udinese e Milan-Juventus. Allo stadio Olimpico i biancocelesti di Reja si impongono sui rivali dell' Udinese per tre a uno, grazie alle reti del tedesco Hitzlsperger (prima rete in Serie A per lui), Floccari e Brocchi; per l' Udinese va a segno Di Natale che conquista anche il titolo di capocannoniere (29 gol). Contemporaneamente alla sfida dell' Olimpico, a Milano va di scena il match tra Milan e Juventus: ad inizio anno in molti avrebbero pronosticato che questo match sarebbe valso un posto per i piani alti della classifica, ma,complice la difficile annata dei bianconeri, la partita del Meazza sarà ricordata soprattutto per essere stata l' ultima gara da allenatore del Milan per Leonardo. Il risultato finale di tre a zero per i rossoneri, certifica ancor di più la pessima stagione degli juventini, pronti il prossimo anno a grandi cambiamenti.


Le sfide-scudetto

Gli occhi di quasi tutta Italia sono puntati principalmente su due campi: Siena, per Siena-Inter, e Verona, per Chievo-Roma. I giallorossi dominano il primo tempo al Bentegodi, passano in vantaggio al trennovesimo minuto con Vucinic, e mettono al sicuro il risultato allo scadere della prima frazione con un gran gol di De Rossi. Il secondo tempo...

domenica 16 maggio 2010

GRAZIE ROMA



Grazie a tutti, grazie Roma, grazie ai romani e grazie ai romanisti, quelli veri, i tifosi della Roma.
Grazie a tutti quelli che hanno ripetutamente macinato chilometri e superato gli ostacoli...
Grazie ai nostri cuori, lanciati sempre e comunque oltre le difficoltà.
Grazie a Ranieri e ai giocatori che ci hanno regalato un sogno, ma soprattutto riunito tutti nel nome di una squadra, la squadra più bella del mondo, perchè ha i tifosi più belli del mondo, e loro (noi) si che vincono sempre.
Grazie ai personaggi ambigui, iniqui e spregevoli che popolano questo mondo e che palesano ogni volta la loro vera faccia, ma soprattutto grazie a coloro che vogliono vedere questa faccia perchè sanno tenere gli occhi aperti.
GRAZIE ROMA, GRAZIE!

giovedì 6 maggio 2010

Roma e la Roma


Oggi è un giorno speciale direbbe qualcuno, oggi è un giorno da dimenticare direbbe qualcun altro.
Oggi è un giorno normale dico io. Vai a lavoro, a scuola o in qualunque altro posto ti porti la vita e ti porti dietro sempre un pensiero, un immagine, un frammento di emozione che scorre dentro, naturale come il sangue, come l'amore. Ti porti dentro la Roma e la porti nel cuore.
Un cuore forte, abituato ai colpi ed agli inganni, ai continui attacchi a cui rispondi con la proverbiale autoironia, endemica nel nostro popolo.
E lo sai già come andranno le cose, perchè è chiaro che i tuoi detrattori non aspettavano altro e non tarderanno all'attacco...
Oggi è il giorno dopo una sfida perduta, una sconfitta nel calcio che sembra vita, con il tuo eroe, il simbolo di una squadra, di una tifoseria, di una città, di un popolo, che sta per essere esposto al pubblico nudibrio.
Mentre qualcuno parla, parla e sparla.
Il dato è tratto, la spada è sguainata e non rivedrà il fodero per molto molto tempo.
Se qualcuno ti insulta, ti vessa, ti prende in giro, deve èssere anche consapevole delle conseguenze, altrimenti è uno stolto, e comunque in certa misura è corresponsabile delle tue reazioni.
Oggi i giornalisti con poca fantasia ma con la lingua buona per assaporare i peti altrui, gongolano e preparano i loro articoli pungenti, erudite dimostrazioni di servilismo, oggi come ieri si scaglieranno verso Totti, Roma e i romani con la stessa energia con la quale cercano disperatamente le luci della ribalta.
Un uomo cade e si rialza, spesse volte sopporta, a volte piange, altre ride e gioisce della vita, a volte sbaglia, e a volte chiede scusa.
E contro l'arroganza c'è la disperazione dell'impotenza che ti porta sul piano della violenza, senza che te ne renda conto risucchiato e fagocitato nella mediocrità che vivono i tuoi avversari.
Ma io sono pronto, come sono pronti tutti coloro che ti vogliono bene, che vogliono bene alla Roma, a Roma.
Sono pronto a camminare a testa alta, a riconoscere i miei errori e tornare a dare battaglia.