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mercoledì 22 settembre 2010

Grande Raccordo Anulare a pagamento: scherzo o realtà?

Entro il 30 settembre 2010 verranno analizzate le domande al bando dell'ANAS. Fioccano i no, dalle associazioni fino al sindaco Alemanno



di Mauro Carbonaro - 22/09/2010

Sembrava poco più di uno scherzo, un voler polemizzare con gli onorevoli e gli assessori della città di Roma, quando qualche settimana fa, alcuni esponenti del Governo, hanno iniziato a palesare la possibilità di vedere il Grande Raccordo Anulare, anello fondamentale di congiunzione dei cittadini romani, a pagamento.

Non sono bastati lo stop rispettivamente del Tar, lo scorso 4 agosto, e del Consiglio di Stato per far desistere l'ANAS e la presidenza del Consiglio dei Ministri (insieme all'ANAS fu l'artefice del ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che di fatto bloccò gli aumenti dei pedaggi sulle autostrade e i raccordi autostradali in gestione ANAS, ai “singoli segmenti stradali” nei territori degli Enti che avevano fatto ricorso: provincia di Roma, di Rieti, di Pescara) dall'introduzione di questo assurdo balzello, che obbligherebbe gli oltre 160 mila veicoli circolanti giornalmente, al pagamento.

Eppure non è storia solo di oggi quella del GRA a pagamento. Bisogna tornare al 2005, quando il presidente dell'ANAS, Vincenzo Pozzi, rese nota una proposta di pedaggio di 30 centesimi, riguardando il solo traffico extraurbano proveniente dalle autostrade. L'allora Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, accantonò nel 2007 la proposta, fino ad essere definita come “non all'ordine del giorno” dal subentrante presidente dell'ANAS, Pietro Ciucci.

Neanche passati due anni però, facendo riferimento ad un articolo della finanziaria 2010 del Governo, la proposta di tassazione sul Raccordo Anulare ritorna in auge, spinta ancor più vigorosamente dallo stesso presidente Pietro Ciucci.

«È un atto dovuto - ha commentato il presidente Ciucci - Stiamo soltanto dando attuazione ad una norma di legge che prevede 1300 km di autostrade, gestite direttamente da ANAS, vengano assoggettate a pedaggio. Quindi per cercare di rispettare i tempi molto stretti della legge abbiamo attivato un bando di gara che prevede il sistema di pedaggio senza barriere e la gestione della fase iniziale. Nessuna sorpresa, dunque: è un atto dovuto perché previsto dalla legge».

Ricevuti però i primi stop dal Tar, del Lazio e del Piemonte, la scorsa estate, l'azienda nazionale delle strade non ha mollato. Forte delle norme introdotte dal Governo (decreto legge 31 maggio 2010 - Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.) che prevedono l'introduzione del nuovo sistema di pedaggio entro il gennaio 2012, ha emesso un bando di gara in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 13 settembre, “per la fornitura e la messa in opera di un sistema di pedaggiamento senza barriere sulle autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta”. L’importo complessivo a base di gara ammonta a 150 milioni di euro, con durata dell’appalto di 24 mesi, a partire dalla data di sottoscrizione del contratto.

Come annuncia l'ANAS stessa, “l'appalto è costituito dalla fornitura di un sistema di esazione dinamico senza barriere (sistema free flow, a flusso libero), da installare per ogni autostrada e raccordo autostradale in gestione diretta all'ANAS. La fornitura comprende la progettazione dell'impianto, la fornitura e l'installazione di tutte le infrastrutture (comprensiva delle opere civili), gli impianti, le licenze (software ecc.) e le attività necessarie a conseguire il rilascio in esercizio del sistema”.

Ma quanto costerà ai romani questo nuovo dazio? L'ADOC, associazione nazionale per la difesa e l'orientamento dei consumatori, ha stimato in circa 600 euro a utente all'anno. Impatto così elevato, da far smuovere un polverone di critiche, quasi unanime, partendo dalle associazioni, passando per il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, fino al sindaco Gianni Alemanno.

“Le domande - afferma il Presidente dell’Associazione Cesare Gasparri Zezza - devono essere presentate entro il prossimo 30 settembre. In pratica le società che intendono partecipare al bando dell’Anas hanno avuto a disposizione solo 17 giorni utili, comprese le domeniche, per elaborare un sistema funzionante”.

“In pratica – ha continuato Cesare Gasparri Zezza – solo chi già aveva in tasca una proposta potrà riuscire a rientrare nei termini del bando. Le conclusioni le lascio a chi si porrà l’interrogativo, come ho fatto io”.

Sulla stessa linea il vice presidente dell'Italia dei Diritti: “L’Anas dovrebbe pensare a rendere più sicure le strade, anziché riempirsi ulteriormente le tasche con questo scempio”.

E i politici? Un coro di critiche unanime, partendo dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ribadendo «contrarietà all'introduzione di nuovi pedaggi per i cittadini di Roma e del Lazio. La Regione è pronta a battersi insieme alle altre istituzioni contro misure inique: non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai pendolari», passando proprio per il primo cittadino, Gianni Alemanno, (“Chiedo ai parlamentari del Pdl di presentare una mozione per bloccare la gara con cui l'ANAS vuole introdurre sistemi di impianti di video-pedaggio. Credo che la strada giusta sia quella di puntare sulla rinegoziazione del contratto con la Società Autostrade per ottenere le risorse indispensabili per le manutenzioni necessarie senza scaricare il problema su cittadini e pendolari”), fino al presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che lo scorso 13 settembre ha scritto al presidente del consiglio Berlusconi: "Torno a scriverle in merito alla questione dei pedaggi sul Grande Raccordo Anulare. E' di ieri la notizia di un bando di gara dell'Anas per l'installazione di una sorta di telepass che costringerà i cittadini a pagare i pedaggi senza doversi fermare ai caselli. Il bando riguarda anche il Grande Raccordo Anulare di Roma. Le chiedo, a questo proposito, di intervenire con ogni mezzo e con la massima tempestività per bloccare questo macchinoso piano pensato dal presidente dell'Anas".

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