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sabato 9 ottobre 2010

La radio a Roma


Di questi tempi, lo scorso anno, se ne andava uno degli uomini che ha dato un significato alla radio parlata dell'etere romano.
Da lui, via via tutti gli altri, hanno preso spunto, o hanno imparato a fare radio, con risultati a volte eccellenti a volte deludenti, ma non è questo il punto.
Ha dato inizio a una popolarità diversa dell'etere romano, avvicinando trasversalmente ascoltatori di ogni estrazione sociale, orientamento politico e sportivo.
Al di la delle mie povere insignificanti parole, Gianni Elsner èra uomo come ogni uomo dovrebbe aspirare ad essere, universale, umile e grande allo stesso tempo.
Grazie a lui ho iniziato ad interessarmi al mondo delle talk radio romane. Lui èra laziale, io no, ma questo non ha fatto la differenza, perché la qualità non ha bisogno di etichette per essere riconosciuta e il valore di un apprezzamento cresce quando chi lo fa, è di idee, fede, o pensiero diverso dall'altro.
Grazie a lui quindi.
In questi giorni però dobbiamo dire addio anche a Paolo Mazzullo, ideatore e conduttore, direttore di Radio Rock.
Questa radio, ormai storica nel panorama romano, èra qualcosa di pionieristico all'epoca della sua nascita.
Nel 1984 non si pagavano ancora milioni di euro per una frequenza e un gruppo di amici riuscì a realizzare un progetto che ancora oggi vive e cresce, e che probabilmente sopravvivrà a tutti loro.
Radio Rock da emittente locale che amava diffondere in modo alternativo una musica alternativa, che troppo spesso veniva considerata un prodotto di nicchia, ha dato una svolta significativa alla conoscenza e diffusione della musica Rock.
Personalmente ho amato questa radio, l'ho ascoltata e spesso mi sono sentito parte di essa, tale èra la capacità di comunicazione e coinvolgimento emotivo dei conduttori e della musica che trasmettevano.
Non posso negare che negli anni mi sia poi allontanato. Forse perché ho avvertito come altri la perdita di quella genuinità e spontaneità che èra palese nell'idea del progetto iniziale, forse perché ho cominciato ad avvertire il cambiamento, tra le pause pubblicitarie dei primi anni novanta (una ogni ora e mezzo), e quelle degli ultimi dieci anni, forse perché la lettura dei “messaggini” di ogni tipo andava sempre più spesso a coprire le note di una canzone, ma questa è un'altra storia.
Paolo Mazzullo non c'è più, ed io che non lo sopportavo, perché m’irritavano la sua spocchia, le sue strane elucubrazioni mentali, il suo modo di trattare senza mezzi toni, chiunque volesse contraddirlo, voglio dire GRAZIE Paolo, grazie anche a te.
Perché Radio Rock è stata un punto di riferimento per me, a volte fonte di ispirazione e tu sei parte di essa ( oppure è la radio ad essere parte di te...) e con essa vivrai ancora per molto molto tempo.
Grazie!

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