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venerdì 12 novembre 2010

Giorgio Perinetti ai microfoni di RomaCaffè



Giorgio Perinetti Direttore sportivo del Siena è intervenuto questa mattina ai microfoni di Romacaffè su Radio Powerstation 100.50.

Che idea si è fatto delle dichiarazioni del presidente del Palermo Zamparini dopo la partita Milan Palermo?


Lui è un dirigente appassionato, spesso dice quello che pensa. Sembrava che il Palermo avesse subito dei torti, ma io ai complotti non ci credo, piuttosto una sorta di suggestione da parte dei direttori verso le grandi squadre. La sudditanza credo che ci sia sempre.

Il presidente del Siena Mezzaroma, che abbiamo ascoltato pochi giorni fa ai nostri microfoni, ci ha fatto un discorso molto bello sull’etica nello sport, lei quale futuro vede per il nostro calcio?

Il calcio attraversa un momento di difficoltà generale. Noi come DS siamo un po’ superficiali e i presidenti spesso si arrendono alla logica del business, facendo attenzione ai diritti televisivi. Abbiamo trascurato molto il pubblico, le innovazioni, gli stadi e tutto ciò che poteva essere d’aiuto al calcio, bisognerebbe ridare al calcio una dimensione sportiva, umana, altrimenti il risultato a tutti i costi e gli introiti diventano gli unici obiettivi. Noi rischiamo di vedere delle partite in tv senza pubblico e questo è un po’ assurdo.

Come percepisce l’ambiente giallorosso in questo momento?

Gli alti e bassi a Roma sono normali. La Roma ha un buon organico, ha cominciato maluccio, ma basta un po’ di convinzione, di rendimento e voglia per far arrivare i risultati.

Juventus- Roma e derby di Milano, che partite vedremo?

La Juventus ha più difficoltà in casa e non ha i valori assoluti degli ultimi anni, alla Roma ci sono più giocatori che possono essere decisivi. Resta comunque una sfida dal grande equilibrio.

Cosa pensa del momento di Totti?

Ha molti acciacchi e una certa età, ma è un giocatore che con poche giocate riesce a dare una qualità enorme, anche se credo che dobbiamo scordarci una certa continuità, proprio in relazione all’età.

Che idea si è fatto sulla situazione societaria giallorossa, visto l’imminente cambio di proprietà?

Alla famiglia Sensi la Roma sportiva deve molto, soprattutto a Franco Sensi. Io sono stato con lui alla Roma tre anni e al Palermo altri due; Sensi è stato un presidente di grande cuore, come Dino Viola. Entrambi avevano il pregio e il difetto di essere grandissimi tifosi. Purtroppo il momento non è buono per gli investimenti: tra investitori italiani e stranieri, non c’è da scegliere, l’importante è trovare qualcuno con passione e voglia di fare, che non ne faccia soltanto una questione di business, piuttosto che abbia a cuore la causa giallorossa.

In relazione alle critiche ai dirigenti della Roma?

Non conosco le varie dinamiche. Io credo che in questo momento possono portare avanti la quotidianità. Quello che hanno fatto è sotto gli occhi di tutti.

Un suo pensiero sul Bari ultimo in classifica?

Mi dispiace. Ha giocato un calcio importante negli ultimi anni, e l’augurio è che si riprenda presto.

Grazie per essere stato con noi, a presto.

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