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martedì 13 aprile 2010

Inizia la rincorsa alle Olimpiadi “Roma 2020”

Numeri da capogiro per una città con i conti in rosso e problemi di mobilità sempre più evidenti.



di Mauro Carbonaro

Sono passate appena poche settimane dalla presentazione della giunta Alemanno della candidatura di Roma quale città ospitante delle Olimpiadi nel 2020, che cominciano ad emergere i primi costi e le prime valutazioni, positive e negative, attorno a quella che rappresenterebbe la più grossa operazione economica del XXI secolo.

Come ben esposto lo scorso marzo, l’autorevole candidatura di Roma è affiancata dalla città di Venezia, allo stesso modo prestigiosa.

Molte le opportunità che la giunta capitolina vuole cogliere e sfruttare per arrivare all’obiettivo nel 2020, ma anche molte le difficoltà e i contro che la città deve affrontare e risolvere per far si che, all’autorevolezza del nome Roma, venga riconosciuto un sistema di mobilità e di infrastrutture tutt’altro che allestito.

Proprio la mobilità sembra rappresentare il primo scoglio. Da qualche anno è in corso la realizzazione della terza linea metropolitana, la linea C, più il prolungamento della linea B, la B1. Da più settimane però i lavori per la realizzazione del segmento C sono in costante rallentamento. Come testimoniano le parole dell’ingegner Tamburrino, vice presidente della sezione romana di Italia Nostra, nonché “Coordinatore dei membri esterni del Comitato di Coordinamento della Commissione per il Piano Strategico della mobilità Sostenibile” al Comune di Roma, elemento essenziale per ricevere le Olimpiadi è che per la data di assegnazione del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) la metro C deve essere finita. Il professor Tamburrino, intervenuto ai microfoni di Roma Caffè, programma in onda su radio power station, ha tenuto a sottolineare l’importanza della mobilità e della conclusione di questi lavori nei prossimi anni, affinché non salti la candidatura olimpica della Capitale.

“Il CIO nel 2012 inizierà le verifiche per valutare lo stato di avanzamento dei lavori”, ha confermato il professor Tamburrino, “arrivando poi nel 2013 alla decisione che vede Roma molto a rischio. La città viene già dalla sventurata esperienza del 2004 quando perdemmo le Olimpiadi, a favore di Atene, nonostante al sindaco Rutelli presentammo anni prima un progetto, approvato dal provveditore ai lavori pubblici e dalla sovrintendenza ai beni archeologici. Il Governo esaminò la nostra proposta nel 1999 e...

la ritenne la migliore, finché l’ex sindaco ritirò misteriosamente la richiesta di finanziamento statale per la metro C.”

Parallelamente alla questione mobilità, da valutare è il discorso infrastrutture. Le Olimpiadi di Roma nel 1960 rappresentarono una svolta epocale, sia per i lavoro effettuati nella Capitale, sia perchè furono le prime integralmente visibili televisivamente, sia perché furono le ultime con atleti dilettanti. Il giro d’affari attorno ad una candidatura così imponente è a tal punto elevato, da far gola a decine e decine di imprenditori, romani e non.

Il quadro presentato dei costi è così riassumibile:
- Per l’organizzazione in senso stretto si parla di 1,9 miliardi di euro (contro gli 1,8 di Venezia).
- La stima dei biglietti vendibili è di 9 milioni, contro i 5 milioni stimati di Venezia (un +35% rispetto a Londra 2012, +56% rispetto a Rio 2016).
- Per quel che riguarda le spese extra organizzative il comitato pro Roma parlerebbe di spese in infrastrutture pari a 12,7 miliardi di euro (spese per infrastrutture sportive i cui costi non sono di competenza dell’Agenzia olimpica pubblica). Di questi 12,7 miliardi: 6 miliardi per infrastrutture di collegamento, 3,6 miliardi per il rimodernamento degli aeroporti, 600 milioni per il villaggio olimpico (a Tor di Quinto, attualmente di proprietà del demanio militare).
- Tra le strutture da rinnovare, solamente per l’impianto di canottaggio di Settebagni (non lontano dal Salaria Sport Village), previsti lavori per 130 milioni di euro (per Venezia, analoga struttura, lavori previsti pari a 7 milioni di euro).

La giunta comunale ha specificato l’ingresso di fondi privati a copertura totale, mentre, per quel che riguarderà il comitato organizzatore di “Roma 2020”, la composizione prevede:
- Aurelio Regina, presidente dell’UIR (Unione Industriali Romani)
- Rocco Sabelli, Amministratore delegato di Alitalia
- Giampaolo Letta, figlio di Gianni Letta, vicepresidente di Medusa Cinema
- Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato
- Edoardo Montefusco, presidente gruppo RDS, nonché uno dei delegati attivi per l’expo di Milano 2015
- Azzurra Caltagirone, figlia del costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, nonché moglie di Pier Ferdinando Casini, leader UDC
- Giancarlo Leone, vicedirettore generale della Rai dal 2006
- Andrea Ambrogetti, presidente DGTVi (per la televisione digitale terrestre in Italia)

Nomi più o meno famosi, legati all’imprenditoria romana, ma che fanno ben comprendere quanto sia interessato il coinvolgimento nel giro d’affari, soprattutto per i milioni di euro che arriverebbero nella capitale. Una città come Roma, seconda solo a New York in quanto a popolarità, di suo non ha bisogno della pubblicità che un evento come le Olimpiadi può attivare.
Allo stato attuale Roma rimane una città con casse comunali prosciugate, con tagli netti su moltissime voci di bilancio (da brividi la storia legata al canile Muratella) ed un bilancio previsionale ancora non redatto (grazie al decreto emanato dal Governo che permette a Roma, unico caso in Italia, la possibilità di prolungare i termine del bilancio revisionale).

Se queste sono le premesse c’è poco di cui discutere, da adesso in poi servirà chiarezza sui numeri e sui lavori che si dovranno effettuare per non incorrere in storie come gli scorsi Mondiali di Nuoto.

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