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sabato 3 luglio 2010

Ghana eliminato, ma l' Africa ha vinto lo stesso

Uruguay in semifinale dopo quarant' anni e Ghana che torna a casa dopo essere stata la grande sorpresa del Mondiale; una sorpresa inaspettata, un' africana che nel Mondiale africano mette in mostra un bel calcio e tanti talenti, molti dei quali sconosciuti al grande calcio, ma di sicuro avvenire. Ma non è una sconfitta per l' Africa, un continente che fino ad ora ha dimostrato di poter organizzare un grande evento, un continente che si è fermato per guardare i propri beniamini, un continente unito sotto la bandiera ghanese per sperare in un miracolo. Il miracolo calcistico non è riuscito ad Asamoah e compagni, per colpa di un mani in area al centoventesimo minuto, per colpa di un palo e per merito di un portiere da molti schernito al suo arrivo in Italia, che però nel giro di tre anni è diventato una colonna portante del calcio Uruguayano. Ma al Ghana è riuscito comunque un altro miracolo, quello di unire un continente falcidiato da guerre civili, un continente affamato, con una mortalità infantile a livelli altissimi. Il Ghana è uno dei pochi Paesi dell' Africa centrale con un' apparente stabilià politica, stabilità che nn c' è stata a livello calcistico all' inizio del Mondiale: l' esclusione a sorpresa li Larryea Kingston, la rissa sfiorata tra Muntari e il tecnico Rajevac, l' incredibile storia dei fratelli Boateng e l' infortunio della stella del Chelsea Essien facevano pensare ad un Mondiale di basso profilo per gli africani. Sul campo invece le stelle nere hanno dimostrato una grande unione, chi è stato chiamato in causa ha sempre risposto nel migliore dei modi facendo inorgoglire non solo i ventitre milioni di ghanesi ma l' Africa intera. Anche quest' anno non è riuscita l' impresa, anche quest' anno l' Africa "se ne torna a casa" con l' amaro in bocca, ma se quindici anni fa una partita di Rugby riuscì ad unificare un Paese (il Sudafrica), chissà che cinque partite di calcio non riescano ad unire un continente.

Francesco Perugini

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